IL TERRITORIO

Con questa piccola brochure l’hotel Mercurio sul mare vuole farvi assaporare quello che è il promontorio di Capo Vaticano e il territorio limitrofo di Tropea, una località che offre tanto dal punto di vista paesaggistico, enogastronomico, storico e culturale.

Mare

Vi immergerete in acque cristalline con una moltitudine di sfumature. In questa escursione conoscerete uno dei tratti più belli della costa tirrenica, nota come Costa degli Dei, per i suggestivi panorami: spiagge bianche, calette, piccole grotte, scogliere e all’orizzonte la Sicilia e le splendide isole eolie. 15 km intorno al promontorio di Capo Vaticano, dalla baia di Santa Maria alla baia di Tropea, con soste rilassanti e bagno nei posti più incantevoli.

Santa Maria

La splendida baia di Santa Maria ospita l’unico borgo di pescatori presenti nel territorio di Capo Vaticano.
La tradizione popolare la divise in tre zone: Fortino, Santa Maria e Petrario. Nel centro della baia in una piazza fu edificata una chiesetta contornata da poche case abitate da pescatori. Questa suggestiva in origine era dedicata alla Madonna della Misericordia e curata dai padri gesuiti del collegio di Tropea. Nel XVII secolo diventa chiesa campestre per i contadini e i pescatori. Nel corso del XVIII secolo viene ampliata e dedicata a Santa Maria di Loreto (1731). Viene distrutta durante l’occupazione dei francesi per ricavarne una pietra per la costruzione di un fortilizio militare (il Fortino). Nel 1815, dopo la sconfitta dei francesi, gli abitanti di Ricadi l’hanno ricostruita aumentandone l’altezza e la lunghezza. Nel 2000 viene eretta a santuario. Restaurata nel 2002 e munita della porta di bronzo (la porta del mare) nel 2008.

Grotticelle

La baia di Grotticelle, ampia e frastagliata, suddivisa in una serie di insenature piccole baie, culmina con lo scoglio del Palombaro, la punta estrema di Capo Vaticano, da dove un faro indica da tempi remoti la via sicura ai naviganti. La baia di Grotticelle e le sue splendide spiagge sono universalmente classificate tra le più belle del mondo. In alto è stato creato un belvedere che gode di un panorama a dir poco meraviglioso.

Praia i focu - Vaticano - Mantineo

Segue l’incantevole spiaggia Praia i focu, nel cuore di Capo Vaticano, il nome Vaticano deriva da Vaticinium, termine latino che significa oracolo, responso. La tradizione vuole che nella grotta tra la rupe del Capo e lo scoglio del Mantineo abbia dimorato la Sibilla di nome Manto (presenza attestata nome dello scoglio). Si narra che i naviganti, prima di affrontare i tremendi vortici di Cariddi e le fauci di Scilla si rivolgevano a lei e lo stesso Ulisse, sfuggito a Scilla e Cariddi, si sia fermato qui per chiedere a manto il responso sul futuro che l’attendeva. La spiaggia Praia i focu, situata ai piedi del Capo, sotto il faro, rientra tra le 100 spiagge più belle del mondo e tra le 10 più belle d’Italia. Dal pubblico raggiungibile solo via mare, mentre una scalinata privata la collega al faro e alla casa Berto, lo scrittore che, giunto negli anni 60, attratto da questo splendido luogo lo scelse come sua dimora.

Torre Ruffa

Segue Torre Ruffa un tratto di costa che prende il nome dalla Torre di avvistamento situata in alto sulla rupe. Questa torre faceva parte del sistema difensivo voluto da Carlo V e dal viceré di Napoli Pietro Alvarez ed è l’ultima delle quattro torri (S. Maria, Vaticano Ruffa e Bali) ricadenti nel territorio di Ricadi. La sua costruzione è iniziata del maggio del 1589 e terminata alla fine del secolo. Dette torri erano sorvegliate h24 da torrieri che segnalavano l’arrivo di navi pirata, di giorno con il fumo e di notte con i fuochi. Si narra che in questa località viveva una nobildonna, ricca e bella, di nome Donna Canfora, che, con inganno, venne catturata dai saraceni. La nobildonna, vistasi persa, ricorse ad uno stratagemma, con la scusa di un ultimo saluto alla costa, alla terra natale, agli amici, si gettò in mare gridando: “le donne di questa terra preferiscono la morte al disonore”. Donna Canfora comparve tra le onde e da quel giorno, in quel punto, le acque del mare diventano di un azzurro cambiante come le sfumature del velo che portava. Ancora oggi le onde che si infrangono sulla battigia si propaga nelle campagne adiacenti e i contadini tramandano la leggenda che quel fragore non è altro che il lamento della bella donna rapita che saluta la sua terra.

Torre Marino

Proseguendo si entra in un’ampia insenatura detta Formicoli, nome che deriva da Forum Hercules, antico porto commerciale fondato da Ercole come riportato da alcuni storici latini. Anticamente il livello del mare era più alto e si addentrava nel grandissimo canale roccioso, ove, durante le grosse mareggiate le navi vi trovavano riparo. Quando, invece, il mare era calmo attraccavano alle pareti del muro del porto e svolgevano le loro attività di commercio con la popolazione locale. Una leggenda popolare narra che Ercole in un momento di nervosismo colpì con un pugno la montagna rocciosa i cui pezzi frantumati si sparsero sulla spiaggia e nel mare.

Riaci

Ecco l’incantevole baia di Riaci con i suoi fondali azzurri e acque trasparenti, prende il nome del torrente che li vi sfocia, Riace che deriva dal greco e significa torrente impetuoso. Si erge sul mare una parete rocciosa stratificata la lunga spiaggia di sabbia bianca, è divisa da un piccolo promontorio che si addentra nel mare: lo scoglio di Riaci con grotte e insenature da attraversare a nuoto. Si dice che, durante la II guerra mondiale, lo scoglio è stato bombardato dai tedeschi che da lontano erroneamente lo scambiarono per una nave nemica.

Grotta Azzurra

Ecco la Grotta Azzurra, detta anche Grotta dello Scheletro poiché il suo riflesso del sole sulla sabbia crea un gioco di colori che proiettati all’interno della grotta prendono forme scheletriche. La spiaggia viene chiamata Pietre di Mulino poiché, come si vede ancora oggi dai molti incavi rotondi nella roccia, venivano estratte le pietre si macina dei mulini. A questo tratto di costa viene dato il nome di Passo del Cavaliere. Si narra che una bellissima sirena tutti i giorni saliva sugli scogli per scaldarsi al sole. Un cavaliere che passava attratto dell’incantevole volto si tuffò tra le onde cercando di raggiungerla ma morì annegato.

Tropea - Isola

Di fronte alla rupe di Tropea, noto ed importante centro turistico, si staglia un grande scoglio di roccia arenaria, un tempo circondato dal mare, sul quale sorge il medievale santuario benedettiano di santa Maria dell’isola ancora oggi sotto la giurisdizione dell’ordine Benedettiano di Montecassino. Lo scoglio fino a pochi anni fa era legato alla rupe da un ponte ad arcate, ora demolito per allargare la strada del lungo mare. Di notevole interesse è la grande grotta che attraverso lo scoglio, detta Grotta degli innamorati, perché secondo la leggenda nel suo interno, due uomini innamorati di una bellissima donna, per ottenerne la conquista, si scontrarono in un duello mortale.

Tropea - Rupe

L’escursione si chiude ai piedi di questa rupe alta 50m a strapiombo sul mare, sulla quale sorge Tropea una cittadina di 6200 abitanti. Un vero e proprio balcone sul mare, un elegante centro e stradine caratteristiche dei centri medievali, antichi palazzi della nobiltà Tropeana, il palazzo vescovile e la Cattedrale, XII secolo, con i suoi sarcofagi in marmo e un dipinto della Madonna della Romania, protettrice della città. Oggi tropea accoglie migliaia di turisti, provenienti da tutto il mondo, attratti dalle bellezze naturali, paesaggistiche, artistiche e dai suoi prodotti enogastronomici.
Inoltre, tutte le mattine sarà possibile prendere un TAXI ACQUEO che vi accompagnerà nelle famosissime CALETTE, che rientrano tra le 10 spiagge più belle d’Italia e tra le 100 più belle al mondo, di “PRAIA I FOCU” nella punta estrema di Capo Vaticano. La sabbia bianca brillante con il fondale sabbioso, il mare cristallino con la sua fauna e flora marina, i pesci, le grotte, le palme nane e capre selvatiche vi incanteranno offrendovi un’esperienza indimenticabile.

Immersioni

Come già anticipato precedentemente potrete fare anche delle fantastiche immersioni dove ammirerete i nostri fantastici fondali.
Ve le illustriamo di seguito.

Scoglio della Galea

Il più meridionale dei punti d’immersione della zona di Capo Vaticano è lo scoglio della Galea. L’immersione si conduce a sud dello scoglio affiorante, a una profondità massima di 19 metri. Una catena di scogli e scoglietti poggia sul fondo di sabbia chiara creando un’infinità di spaccature che costituiscono la tana ideale per cernie, corvine e saraghi. Le pareti in ombra sono ricoperte di spugne colorate e rivestite di molte varietà di alghe. Lo scoglio della Galea è forse il più caratteristico dei punti d’immersione di Tropea, quello che riassume tutte le peculiarità di questo mare: acqua limpida, grande luminosità e scogli tappezzati di spugne multicolori.

Scoglio Mantineo

Subito sotto il faro, vicino a riva, lo scoglio del Mantineo è un altro buon punto d’immersione, talvolta battuto dalla corrente. Lo scoglio emergente è il più imponente di una serie di scogli sommersi che poggiano sulla sabbia a 15 metri di profondità. Una piacevolissima seconda immersione, adatta ai subacquei di tutti i livelli, che con occhio attento potranno scoprire tutti gli organismi bentonici del nostro Mediterraneo: spugne, tunicati, briozoi, una quantità di nudibranchi, di crostacei e di ghiozzi e bavose affacciati dalle loro tante negli scogli. I passaggi fra i diversi scogli, in presenza di corrente, consentono di osservare interi branchi di triglie, di piccole dimensioni ma numerosissime, appostate immobili sul fondo nei punti più riparati con il muso rivolto alla corrente.

Scoglio del Vadaro

Lo scoglio del Vadaro affonda le sue radici nella sabbia a una ventina di metri di profondità. Sott’acqua potremo fare il periplo dello scoglio che, sul lato settentrionale (quello che guarda Tropea, per intenderci) cade sulla sabbia con una franata. Anche qui i numerosi anfratti fra le rocce accatastate danno rifugio a polpi, cernie e in generale a pesce bianco, mentre in acqua libera, soprattutto a settembre, si avvistano spesso le ricciole.

Formicoli

Fra Riaci e Torre Marino, a circa 300 metri dalla costa spuntano dalla superficie una serie di scogli affioranti: sono i Formicoli, ciò che resta, si dice, di un antico porto romano. Piacevole e non troppo profonda l’immersione: i Formicoli proseguono sott’acqua verso il largo dando vita a una dorsale di scogli e scoglietti che poggiano sulla sabbia a 18 metri di profondità. È L’habitat ideale per cernie, saraghi e, fra ottobre e novembre, corvine: ognuna delle mille tane che si creano fra i sassi sommersi ospita qualche animale, tanto che questo è uno dei “buoni indirizzi” per gli appassionati di pesca in apnea. Fra le rocce si apre un tunnel, nel quale sarebbe bene non passare per non rovinare i fragili animaletti che vivono attaccati alla roccia: ma se proprio non volete rinunciarvi, abbiate almeno I’ accortezza di non urtare contro le pareti e di trattenere il fiato finché sarete sotto la volta, in modo tale da non emettere bolle d’aria che, intrappolate nella volta, condannerebbero a morte certa anche gli organismi più resistenti. Un’immersione piacevolissima e tranquilla, questa, adatta ai principianti ma interessante anche per gli esperti. Più verso il largo, sui 27-30 metri di profondità, la sene di scogli si chiude con la secca esterna dei Formicoli.

La Rete

Oltre Capo Vaticano si apre la spiaggia delle Grotticelle, interrotta a metà da una serie di scogli affioranti. Una scogliera sottomarina sale dal fondale delle Grotticelle: è la secca del Monaco, qui chiamata Smalidittu probabilmente per la quantità di reti che la roccia ha strappato ai pescatori. Una di queste montagne sommerse è chiamata, proprio per questa ragione, la Rete. È un’immersione fonda: il cappello della secca si trova a 38 metri di profondità e le pareti, che cadono per una ventina di metri sul fondale sabbioso, sono abbastanza “pelate”: niente gorgonie ma tante ascidie rosse. In compenso qui troverete una quantità esagerata di cicale, anche di grandi dimensioni. La secca è circondata da una sene di altre secche più profonde che poggiano sul fondale sabbioso digradante e che formano ampie spaccature, elette a tana da cernie di grandi dimensioni, e archi sommersi.

L'Ancora

Semisepolta nella rena del pianoro sabbioso che costituisce il fondale del le Grotticelle, a quaranta metri di profondità, spunta un’ancora romana rivestita da spugne incrostanti e briozoi. L’ancora è posata proprio ai margini della caduta verso la vallata sottomarina che si insinua nelle Grotticelle fino a poca distanza dalla costa, una collina di sabbia sostenuta da una parete rocciosa su cui vivono fitte colonie di briozoi e di spugne.

U Vapuri

A una trentina di metri di profondità di fronte all’abitato di Riaci giace il relitto U’ Vapuri, ben visibile, stagliato sulla sabbia chiara, sin dalla superficie nell’acqua limpida. Della nave, di cui si sa poco o niente, non rimane che lo scheletro metallico: lamiere che si elevano al massimo di 50-60 cm dal fondo ed è per questo motivo che individuare U’ Vapuri con lo scandaglio non è certo impresa facile. Nonostante della nave rimanga ormai solo l’ossatura, l’immersione è comunque piacevole: fra le lamiere si nascondono cernie, grandi polpi e talvolta anche il pesce balestra, per i locali “pesce porco”, insolito nel Mediterraneo.

Escursioni

In poco tempo potrete visitare in zona luoghi dall’indubbio valore storico, paesaggistico e culturale tra cui Capo Vaticano, Tropea con la sua fantastica isola, Pizzo calabro e Nicotera con i suoi castelli, Vibo valentia e le mura greche, Serra San Bruno e la certosa e le grotte di Zungri. Potrete affittare le biciclette elettriche di nostra proprietà per raggiungere le mete situate vicino alla struttura al costo di 15 euro al giorno o farvi accompagnare dal nostro servizio di transfer. Per info e prenotazioni chiedere in reception.

Isole Eolie

In giornata è possibile recarsi alle isole eolie, isole dall’aspetto selvaggio e affascinante soprattutto di notte, quando è possibile vedere l’incandescente colata di lava del vulcano attivo Stromboli. Di seguito vi illustriamo le varie escursioni.
Stromboli – Panarea – Lipari
Partenza da Porto di Tropea ore 7.30
Arrivo a Stromboli alle ore 9:15, circa.
Sosta sull’isola di circa h 1.30.
Partenza da Stromboli alle 10:45 circa
Arrivo a Panarea alle ore 11:30 circa.
Sosta sull’isola di circa h 1.30.
Partenza da Panarea ore 13:00 circa
Arrivo a Lipari, porto di Marina Corta, alle ore 13:45 circa.
Sosta sull’isola di circa h 2,30 circa.
Partenza per le 16:15 circa
Arrivo alle ore 19:00 al porto di Tropea
Stromboli – Lipari – Vulcano
Partenza da porto di Tropea alle ore 7:30
Arrivo a Stromboli ore 9.15 circa
Partenza da Stromboli ore 10.45 circa
Arrivo a Lipari, porto di Marina Corta, ore 12.15 circa
Sosta libera di 2 ore e mezza circa
Partenza da Lipari ore 14:45 circa
Arrivo a Vulcano ore 15:00 circa
Partenza da Vulcano ore 16.30 circa
Rientro previsto alle ore 19.10 Tropea
Panarea e Stromboli di notte
Partenza da Porto di Tropea alle ore 10:45
Arrivo a PANAREA alle ore 13:15 circa
Sosta di 2,30 h circa Partenza per STROMBOLI alle ore 15:50.
Arrivo a Stromboli alle ore 16.35.
Sosta di 3 ore circa
Partenza alle ore 20:00 per la “Sciara del Fuoco” (Strada di fuoco), per ammirare l’eruzione notturna del vulcano attivo.
Arrivo alle ore 22:50 al porto di Tropea.
Stromboli di notte
Partenza da porto di Tropea alle ore 14:20
Arrivo a Stromboli alle ore 16:00, sbarco al porticciolo di San Vincenzo.
Partenza da Stromboli alle ore 19.15 circa, ultimate le operazioni d’imbarco, si arriverà in prossimità della “SCIARA del FUOCO” dove si sosterà per 30 min. circa così da poter per ammirare l’eruzione del vulcano.
Arrivo previsto al Porto di Tropea alle ore 22:00 circa

Natura

Scoprirete che il promontorio ha alle spalle anche un cuore collinare verde da esplorare, ideale per gli amanti della nature e delle vedute panoramiche. Di seguito vi illustriamo i luoghi con i prezzi per raggiungerli.

Monte Poro

Il Monte Poro è una montagna della Calabria che si eleva sul versante tirrenico tra l’Angitola, il Mesima e le Serre. Lo differenziano dagli altri massicci Calabresi: il clima mite, la variegata vegetazione e la densa popolazione distribuita in piccoli paesi. La sua modesta altitudine, di soli 710 s.l.m., permette l’antropizzazione anche nella zona più alta. È inoltre un importante centro di trasmissione dei segnali radio-televisivi vista la sua posizione che abbraccia tutta la costa tirrenica da Cetraro a nord sino Scilla a sud e le piane di Lamezia Terme a nord est e Gioia Tauro a sud est.

L'Aspromonte

L’Aspromonte (in calabrese Asprumunti o Spremunti) è un massiccio montuoso dell’Appennino calabro, situato nella Calabria meridionale, nella provincia di Reggio Calabria, limitato a oriente dal mar Ionio; a occidente dal mar Tirreno, accanto dalle Stretto di Messina, e a mezzogiorno dal fiume Petrace e dalle fiumare di Platì e di Careri. Per numerosi studiosi il confine naturale della zona settentrionale è il Passo della Limina (822 m), ai piedi di Monte Limina (888 m); il toponimo Limina, dal latino limen, indica il punto di confine, dove finisce il massiccio dell’Aspromonte (Parco nazionale dell’Aspromonte) e iniziano la catena delle Serre calabresi. Il nome Aspromonte ha due possibili etimologie. Oltre al significato ovvio di “monte aspro” che ne descriverebbe la morfologia, un’altra possibilità è il significato di “monte bianco”, dal termine grecanico aspro, che significa bianco. Alle sue pendici è insediata l’ultima comunità dei parlanti di lingua grecanica, un’antica lingua che deriverebbe dal greco antico o dal greco bizantino, per cui entrambe le etimologie sono verosimili. La vetta più alta è il Montalto (1.956 m), di forme dolci, costituito da rocce arcaiche (gneiss e micascisti). Quasi tutti i contrafforti scendono ripidi verso il mare, cosicché la fascia costiera è molto ristretta. Caratteristico è lo sviluppo dell’Aspromonte a terrazze sovrapposte; se ne riconoscono quattro livelli, detti piani o campi. La vegetazione è molto ricca e varia. Sul piano basale si riscontra la macchia mediterranea, con diversi consorzi floristici spesso unici, che diversifica molto rispetto all’esposizione. Sulla fascia jonica si trovano spesso formazioni xerofile, formate da ginestre spinose (Ulex europaeus) e ginestre da fibra (Spartium junceum), che convivono con il lentisco, il mirto, il perastro e, nelle aree umide, le tamerici. Risalendo si formano macchie alte o boschi veri e propri, composti prevalentemente da roverelle e lecci. Nelle aree medie sono presenti il castagno e le pinete, le quali progressivamente, con il pino larìcio, si portano fino alle altezze maggiori, dove il faggio domina la copertura arborea. Nella zona litoranea predominano agrumi, vite, olivo e l’orticoltura; sotto i 1.000 m esistono boschi di quercia e leccio, sopra i 1.000 m il pino larìcio, l’abete bianco e il faggio. A 1.311 m sorge la stazione sciistica di Gambarie, con flusso di turisti da Calabria e Sicilia. In un’impervia valle nel cuore dell’Aspromonte, nel comune di San Luca, si trova il Santuario della Madonna di Polsi, luogo di culto che, seppur difficile da raggiungere, diventa nei mesi estivi, specialmente a settembre, meta di turismo religioso.

La Sila

La Sila (in dialetto calabrese Sìela) è un vasto acrocoro dell’Italia meridionale, situata nella zona centro-settentrionale della regione Calabria (Appennino calabro), che si estende per 150.000 ettari attraverso le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro, suddivisa da nord a sud in Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola e caratterizzata dalla presenza di varie cime montuose, altipiani, folte zone boscose e laghi artificiali d’altura. Sede del più vecchio parco nazionale della Calabria, con decreto del presidente della Repubblica del 14 novembre 2002 sono stati istituiti il Parco Nazionale della Sila ed il relativo Ente, che ricomprende i territori già ricadenti nello “storico” parco nazionale della Calabria (1968), tutelando aree di rilevante interesse ambientale per complessivi 73.695 ettari. Entrata nell’immaginario collettivo per i suoi boschi e foreste miste di aghifoglie e latifoglie, i suoi altopiani, le sue cime arrotondate, i suoi laghi, le grandi nevicate, la presenza stabile dei lupi, quella stagionale dei funghi porcini, in un ambiente che a tratti ricorda quello nordico-scandinavo, dalle cime più alte, a seconda della loro posizione nell’altopiano, è possibile scorgere in giornate limpide l’Aspromonte a sud e il Massiccio del Pollino a nord, il Mar Tirreno a ovest, il Mar Ionio a est, la piana di Sibari a nord, la Piana di Sant’Eufemia e la Piana di Gioia Tauro, la Sicilia, l’Etna e le isole Eolie a sud.
Speriamo di avervi suscitato la curiosità di scoprire un lembo di costa, che in ogni caso non può essere goduto appieno attraverso la descrizione sommaria della nostra brochure. Un territorio, questo del comprensorio di capo vaticano, che deve essere vissuto. Solo cosi, vi renderete conto che capo vaticano lascia emozioni…. per sempre. Non dimenticare di passare dal nostro bar dove potrai trovare prodotti tipici del posto.